Tempo Diaframma ISO
Sai già quale TEMPO DIAFRAMMA ISO usare in fase di scatto?
Tempo Diaframma ISO, la tripletta più importante nella fotografia.
Bene in questa seconda lezione di fotografia entriamo più nello specifico e quindi in come impostare e soprattutto capire il perché si scelgono parametri piuttosto che altri.
Il termine fotografia deriva dal greco e significa disegnare con la luce, quindi già dal nome capiamo che la luce è un fattore molto importante nelle nostre fotografie. Lo scopo principale è quello di ottenere una giusta quantità di luce all’interno della nostra macchina fotografia.
Fondamentalmente (scusatemi se sarò molto semplice, ma è per farvi capire meglio), la nostra macchina fotografica è composta da:
- un corpo, cioè la struttura che contiene gli elementi al suo interno (il sensore è il più importante)
- il sensore, possiamo considerarlo come la vecchia pellicola fotografica
- un otturatore, consideriamolo come un tappo che tiene al buio il sensore finché non dobbiamo fare la foto
- un obiettivo, è quella parte addetta a catturare la luce e portarla fino al sensore.
- un diaframma, è una parte all’interno del nostro obiettivo, che serve a poter rimpicciolire il passaggio della luce all’interno dell’obiettivo (in soldoni è come mettere un imbuto alla fine dell’obiettivo, ma col vantaggio di poter decidere il diametro del foro)
Fondamentalmente il nostro scopo è quello di far arrivare la luce al sensore della macchina fotografica, in modo da “incidersi” su di esso.
Lo scopo di questa lezione è di parlare di ESPOSIZIONE CORRETTA, cioè parlare di quantità di luce e non qualità della luce (più avanti capire perché).
I tre parametri che tratteremo in questa lezione sono TEMPO DIAFRAMMA ISO
- Il tempo è, per quanto tempo la luce colpisce il sensore. Di conseguenza se lo colpisce per più tempo di quanto serve, avremo una sovraesposizione, cioè una foto troppo chiara. Viceversa se lo colpisce per poco tempo rispetto a quanto serva, allora otterremo una fotografia sottoesposta, cioè troppo scura.
- Il diaframma invece, come abbiamo detto prima, è quanto chiudiamo il foto della luce passante dall’obiettivo. Di conseguenza, se lo chiudiamo molto, la luce, farà più fatica ad arrivare al nostro sensore e quindi per mantenere la giusta esposizione dovremo utilizzare un tempo di scatto più lungo rispetto a se noi avessimo utilizzato un diaframma più aperto.
- Gli ISO invece, sono la sensibilità alla luce del sensore. Praticamente, più è elevato il valore di iso, meno ci impiegherà il sensore a catturare la giusta luce.
Ora dopo questa breve spiegazione dobbiamo capire quali sono criteri per poter scegliere la giusta tripletta tra Tempo Diaframma ISO.
TEMPO
Il tempo di scatto, è strettamente collegato al tipo di soggetto che vogliamo fotografare. Ad esempio, se noi vogliamo fotografare un copri obiettivo sopra al tavolo (una delle classiche foto che si fanno quando si acquista la prima macchina fotografica), potremmo usare anche un tempo di scatto di 30 secondi che tanto il tappo non va da nessuna parte. Se invece però volessimo fotografare una persona che cammina, allora in questo caso, se utilizzassimo sempre lo stesso tempo di scatto (30 secondi) la persona verrebbe mooolto mossa, praticamente una lunga scia. Quindi già da qui abbiamo capito che per ottenere una bella foto nitida con i soggetti fermi, sarò costretto ad utilizzare tempi più o meno rapidi a seconda del soggetto che voglio riprendere.
Però non è tutto qui, credevi che fosse così semplice 😉
Un altro fattore che incide sul tempo di scatto, oltre al movimento del soggetto fotografato, è anche il nostro movimento! Sì, perché.. purché noi cerchiami di essere immobili, anche il solo premere l’interruttore della macchina fotografica crea delle vibrazioni, quindi per evitare il famoso micromosso dovremo adottare un tempo di scatto abbastanza rapido per bloccare il nostro movimento. In questo caso esiste una regola abbastanza veritiera ed è quella che dice:
“Scattando una fotografia, con un tempo pari o inferiore al reciproco della lunghezza focale equivalente alla quale stiamo scattando la foto, allora avremo che le nostre vibrazioni non saranno visive all’interno della nostra fotografia” .
Per prima cosa spieghiamo cos’è la lunghezza equivalente, altrimenti non capite.
Nella scorsa lezione quando parlavamo di macchine fotografiche, abbiamo parlato di FF e APS-C, abbiamo detto che il sensore delle APS-C è inferiore alle FF e che le FF sono il pieno formato e quindi la misura di riferimento.
Essendo che le APS-C hanno un sensore più piccolo, questo avrà un campo visivo più ristretto a parità di lunghezza focale su FF.
In poche parole, se io a una lunghezza di 100mm su FF riprendo un campanile, con lo stesso obiettivo 100mm su APS-C riprendo le campane del campanile. Questo è stato un esempio per tradurvi quello che vi ho voluto dire.
Ora prendiamo di riferimento le 2 case di macchine fotografiche più famose, Canon e Nikon. Le APS-C Canon, hanno un sensore leggermente più piccolo delle APS-C Nikon.
Quindi su queste macchine, per avere una lunghezza equivalente (cioè, sapere a quale obiettivo su FF corrisponde l’obiettivo che stiamo utilizzando sulle APS-C) dovremo moltiplicare per 1.6 nelle Canon e 1.5 nelle Nikon.
ESEMPIO PRATICO:
Se io ho una Canon 600d (è una macchina APS-C ) e sto scattando con un 100 mm, allora la sua lunghezza equivalente su FF sarà 100 x 1.6 = 160 mm
In questo caso per evitare il micromosso della mia mano, dovrò scattare almeno con un tempo pari al reciproco della lunghezza focale equivalente e quindi, scattare almeno a 1/160 di secondo,
In Nikon vale lo stesso discorso ma ad esempio uso una D5100 Nikon, sempre col 100 mm allora avrò 100 x 1.5 = 150mm e di conseguenza dovrò scattare almeno con un tempo pari o inferiore a 1/150 di secondo.
DIAFRAMMA
Eccoci alla parte sul diaframma, intanto iniziamo col dire a cosa corrispondono i valori di riferimento per l’impostazione del diaframma. Quando si imposta il diaframma si leggono dei valori del tipo f5.6 f2.8 f1.4 … questi valori sono una proporzione e equivalgono alla lunghezza dell’obiettivo diviso il diametro dell’obiettivo. In parole povere, più il numero “f” è alto e più la lunghezza è elevata rispetto al diametro. Ergo, più fatica farà la luce ad arrivare al sensore. Viceversa, più questo valore è basso e più sarà grande il foro di passaggio della luce, quindi meno fatica farà la luce ad attraversare l’obiettivo per arrivare al sensore.
Quando si scatta una fotografia, tramite l’obiettivo si sceglie quale piano focale mettere a fuoco. Ok, forse è difficile da capire, ma tranquilli è molto semplice la cosa. Se noi fotografiamo una persona che si trova a 10 metri di distanza da noi, e questa persona giustamente (essendo il soggetto della nostra foto) la vogliamo bene a fuoco, dovremo impostare la messa a fuoco a 10 m. In questo modo, tutto ciò che si trova a 10 m da noi sarà a fuoco.
Ora, noi con il nostro diaframma, abbiamo la possibilità di scegliere quanto deve essere spesso, questo piano focale messo a fuoco. Riprendiamo la stessa persona di prima, sempre a 10 m e ipotizziamo che questa persona abbia uno spessore di 30 cm (cioè, dalla parte della persona più vicina a noi alla parte della persona più lontana ci sono 30 cm di differenza). Noi vogliamo che tutta la persona sia a fuoco, quindi dovremo:
- 1) mettere a fuoco a 10 m
- 2) scegliere un diaframma tale, da avere uno spessore del piano messo a fuoco di 30 cm.
Quando si sceglie il diaframma, più lo chiudiamo e quindi abbiamo un valore “f” alto, più lo spessore del piano a fuoco sarà grande, viceversa più apriamo il diaframma e quindi un valore “f” basso, più questo piano si assottiglia.
Quindi se stavate pensando per la regola dell’esposizione corretta di tenere sempre il diaframma aperto al massimo ora saprete ch bisogna valutarlo con attenzione. Altro esempio, se dobbiamo fotografare un gruppo di persone (stile squadra da calcio o foto di classe), queste sicuramente faranno sì che il nostro spessore debba essere ancor più elevato perché altrimenti le persone in seconda fila saranno fuori fuoco.
Per ora abbiamo spiegato che, il tempo deve essere rapido da bloccare sia il movimento del soggetto fotografato, sia il nostro movimento; il diaframma, deve essere chiuso al punto tale da avere a fuoco tutto ciò che vogliamo come soggette principale a fuoco. Il problema ora è che le due cose da sole non sono compatibili per una giusta esposizione, perchè se c’è poca luce e dobbiamo fotografare con un tempo rapido e un diaframma chiuso non riusciamo a catturare la giusta quantità di luce.
Ecco allora che ci vengono in aiuto gli ISO.
ISO
Come detto in precedenza, gli ISO sono la sensibilità del sensore alla luce, più il valore è alto e prima farà il sensore a catturare la giusta quantità di luce. Proviamo a ragionare in questo modo; prendiamo un foglio di carta sottile (Alti ISO) e un foglio di cartoncino (Bassi ISO), prendessimo un pennarello e con esso facciamo un disegno sopra entrambi, avremo che sul foglio di carta sottile, con una passata veloce abbiamo già impresso bene il nostro disegno, però il colore passa anche dall’altra parte rovinando il foglio, mentre sul cartoncino per disegnare dobbiamo fare magari 2 passate di colore, ma il cartoncino è sempre bello e girandolo dall’altro lato, non sarà rovinato. Lo so è un esempio stupido (prendetelo con le pinze) ma era per farvi capire che bisogna stare attenti ad alzare gli ISO perché la qualità della foto si abbassa. Avete mai notato che quando fotografate con poca luce si vedono nella foto molti puntini colorati? Bene, è proprio perchè vengono alzati gli ISO e questi creano un rumore sulla fotografia (la famosa grana), a volte può essere anche gradevole, ma nella maggior parte dei casi si cerca di evitare.
RIASSUNTO DELLA LEZIONE
Per una giusta esposizione della luce bisogna impostare la tripletta TEMPO DIAFRAMMA ISO, nella giusta combinazione.
Ora facciamo l’esempio più banale del mondo:
Prendiamo un bicchiere e lo vogliamo riempire d’acqua, abbiamo vari modi per farlo, o apriamo lentamente il rubinetto (Diaframma chiuso) e quindi ci vorrà più tempo, oppure, lo apriamo molto (Diaframma aperto) e l’acqua scenderà velocemente e ci vorrà meno tempo. Però, se apriamo velocemente, avremo degli schizzi fuori dal bicchiere e quindi l’effetto sfocato, se apriamo lentamente avremo tutta l’acqua all’interno del bicchiere e quindi tutto a fuoco.
Per gli ISO nello stesso esempio possiamo considerare che, se abbiamo un bicchiere grande (Bassi ISO), ci mettiamo di più a riempirlo, ma ci disseta a modo, se prendiamo un bicchierino (Alti ISO) facciamo prima a riempirlo, ma non ci disseterà e quindi dovremo riempirlo più volte.
La lezione è finita, andate e scattate in pace. 😉
Nella prossima lezione parleremo di STOP e entreremo nei valori più precisi.
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